22 gennaio 2007

Il libro


Max Brooks non ha niente da invidiare al suo ben più famoso padre Mel.
Un umorismo cattivo e agghiacciante, così malato che potrebbe sembrare serio.
E poi è l'unica possibilità di sopravvivere ad un attacco zombi.
Saperlo identificare, conoscere le mosse da fare, le armi, le tecniche, i rifugi e i precedenti storici sono le uniche cose che impediranno che io diventi cibo per non-morti.


Splendido.

Dalla nota di Niccolò Ammaniti:

"Io sono qui, solo e affamato, chiuso nel bagno di casa mia.
Stringo in mano la doppietta carica. Mia moglie Marisa, morta cinque giorni fa, continua a grattare e sbattere contro la porta su cui ho inchiodato delle assi. E quei lamenti che emette quasi mi commuovono.

In vita sua non mi ha mai desiderato così.
Non so chi reggerà più a lungo, io o la porta.
Sono poronto.
Ho letto il Manuale.
Le sparerò in faccia."

17 gennaio 2007

Sinfonia per un addio.

"Siamo in viaggio da una vita senza chiederci il perchè,
porta solo in necessario la benza e il caffè,
se qualcuno ci cercasse dite sempre non c'è,
dite che ci siamo perduti dall'ovest all'est.
Via, via di qua,
saluti e baci a chi rimane qui tutto quanto va a puttane,
via, via di qua,
buchache e fieste messicane e donne nude senza piume!"



Punto Zero.

Addio a tutte le persono che mi hanno preso in giro, quelle che hanno cercato di cambiarmi, quelle che hanno cercato di possedermi come un cagnolino.
...
Beh, un gran bel cagnolino.
...
Addio ai ricatti.
Addio alle persone meschine e a quelle illuminate che ti insegnano come devi vivere.
Addio a quelle che mi hanno insegnato a darmi per vinto.
Addio agli ipocriti.
Addio a quelli che hanno sempre le idee chiare e non ti perdonano di non avere una tua opinione su tutto.
Addio a quelle persone che non ti ascoltano e poi ti dicono che sbagli.
Addio a quelle persone così tanto egoiste che diffidano di chi non lo è.

Ah, già. I miei preferiti:

Addio alle persone stupide che quando non ti capiscono pensano che tu sia più stupido di loro.

Grazie a quella persona che ha cercato di capirmi.
Grazie a quelli che mi accettano così come sono senza giudicare.

E' ora di fare posto per i ricordi che verranno.

"Siamo in viaggio da una vita senza chiederci il perchè,
mezzi scemi mezzi pazzi dall'ovest all'est,
se qualcuno ci cercasse dite sempre non c'è,
siamo stelle della notte così come te."

08 gennaio 2007

Autodafè



Prendo le distanze da me perché non voglio avere niente a cui spartire con me,

da condividere con chi come me non fa nulla per correggersi :

sono il mio nemico, il più acerrimo.

Carceriere di me stesso con la chiave in tasca invoco libertà

ma per adesso so che questa cella resterà sprangata

a triplice mandata dall' interno :

sono l'anima dannata messa a guardia del mio inferno.

Reprimo ogni possibile "me", inflessibile, inarrestabile

nel mio restare fermo immobile, segno i giorni scorrere sul calendario,

faccio la vittima, il mandante ed il sicario..

Sono l'Uomo Nero che turbava i sogni quando li facevo,

credevo di esser libero ma non mi conoscevo come adesso

ed ego non mi absolvo neanche quando mi confesso

dei peccati che ho commesso.

In cattiva compagnia soprattutto se sto solo,

negativo come i G in una picchiata, prendo il volo,

salgo, stallo e aspetto il peggio, che non sta nella caduta

ma nell'atterraggio come dice Hubert.

Malato immaginario più di quello di Molière,

sono il mio gregario e mi comporto da Salieri e non chiedermi il perché,

che come il Tethered quando perdo il filo poi non mi puoi più riprendere..

Vieni a prendermi o precipito, scivolo

come Maximillian verso il buco nero del fastidio.

Critico, m'arrampico su cattedre che non mi spettano

e mi accorgo solo dopo un attimo che esagero :

ma come al solito il danno fatto è irreparabile, la storia è irreversibile,

la mia memoria è labile e lavabile..

Abito quest'ombra con contratto ad equo-canone

pagando la pigione all'abitudine

prendendo l'eccezione come regola di vita :

sto di casa a pianterreno e gioco a fare lo stilita..

Vago, divago, come il dr. Zivago

io mi sbraccio e non mi vedi,

cerco mani e spesso trovo piedi,

cerco fumi e trovo lumi che mi bruciano,

ed io so bene che le cicatrici restano.

Carta, penna e poco più per stare a galla,

nella testa il mio pensiero è come un ragno in una bolla :

seduto in riva al fiume aspetta di veder passare il mio cadavere..




Pazientemente.
Locations of visitors to this page