21 novembre 2006

Enigma del pensiero laterale.

Premesse.

I lemmings:
L'idea ha avuto origine nella nota leggenda metropolitana, diffusa da un documentario prodotto dalla Disney, secondo cui i lemming nei periodi di carestia si ucciderebbero gettandosi in massa da un dirupo per evitare la sovrappopolazione delle aree da loro abitate.

Pensiero laterale:
Con il termine pensiero laterale, coniato dallo psicologo maltese Edward de Bono, si intende una modalità di risoluzione di problemi logici che prevede un approccio indiretto ovvero l'osservazione del problema da diverse angolazioni, contrapposta alla tradizionale modalità che prevede concentrazione su una soluzione diretta al problema.
Mentre una soluzione diretta prevede il ricorso alla logica sequenziale, risolvendo il problema partendo dalle considerazioni che sembrano più ovvie, il pensiero laterale se ne discosta (da cui il termine laterale) e cerca punti di vista alternativi prima di cercare la soluzione.


Enigma:

Tre lemmings, Noce, Spiaggia e Torsolo, vanno insieme a vedere uno spettacolo al teatrino dei lemmings.
Assistono ad una rappresentazione molto intensa ed emozionante, tanto che alla fine durante il ritorno alla tana i tre sono muti e un po' basiti.
Pian piano l'emozione si stempera e i nostri amichetti diventano più ciarlieri e cominciano ad esprimere opinioni sulla storia.
Noce dice la sua.
Spiaggia dice la sua.
Nel frattempo arrivano presso le tane.
Noce ringrazia della serata e si avvia lasciando gli altri due.
Torsolo, che è rimasto molto colpito dal punto di vista di Spiaggia, gli fa i complimenti e gli dice che trova la sua lettura dello spettacolo decisamente illuminante.
Poi desideroso di esprimere anche la propria, di opinione, prende fiato ma mentre sta emettendo la prima sillaba, Spiaggia dice:
-Ho sonno, ciao.
Torsolo sconcertato chiede:
-Ho detto qualcosa di sbagliato?
Spiaggia risponde:
-No.
E si allontana col passo calcato di chi è offeso, velocemente e senza voltarsi, sparendo nella sua tana e lasciando attonito il povero Torsolo.


PERCHE?
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